C'è un buon modo per avere idea di cosa sia la dipendenza affettiva: osservarne le manifestazioni nella vita della persona che ne soffre. Ecco quindi qualche caratteristica che permette di abbozzare un ritratto tipo del dipendente affettivo. Ne esistono varie tipologie: ognuno ha un percorso unico e tortuoso che lo ha condotto a portarsi dietro questo immenso mal d'amore. La dipendenza affettiva assumerà in particolare le tonalità della sua personalità, del suo temperamento, delle sue debolezze, delle ferite passate e della sua vulnerabilità. Un dipendente affettivo potrà facilmente riconoscersi in una o più di queste caratteristiche.
Esiste tuttavia una costante propria di ogni dipendente: la persona cerca al di fuori di sé l'amor proprio che non è riuscita a sviluppare.
Ha sete d'amore
Il dipendente affettivo è come un secchio bucato: neppure l'amore di tutta la terra riuscirebbe a soddisfarlo.
È sotto la tutela di qualcun altro
Lascia nelle mani del primo venuto tutta la responsabilità della sua vita, della sua felicità e della sua personale realizzazione.
È un fedele discepolo
Il dipendente rappresenta la preda perfetta quando si tratta di condividere ideali settari o di votarsi a un guru, pur nelle migliori intenzioni. Ammaliato da un coniuge o da un leader carismatico, è pronto a ogni rinuncia e s'impegna con zelo.
È l'impiegato modello, pronto a tutto per essere apprezzato
La dipendenza dal lavoro, nei confronti dei superiori e dei colleghi, occupa più spazio ed energia del lavoro stesso. Il dipendente affettivo si percepisce come un oggetto. Ha la tendenza a dire: “Mi hanno fatto questo, mi hanno trasferito”. Parla con orgoglio del fatto di essere alle dipendenze sia delle persone in ufficio sia di chi gli sta vicino.
Si aggrappa
Il dipendente affettivo si aggrappa; non vuole che lo si lasci o che lo si abbandoni. Mesi dopo una rottura, continua a sperare, a richiamare l'ex, ad aspettare che ritorni.
È soggetto alla passione e s'innamora del primo venuto.
Vive per procura
Piuttosto che fare uno sforzo per cambiare se stesso, è attratto da ciò che gli piacerebbe essere. Non ha progetti che gli stanno veramente a cuore, non ha sogni, non ha ambizioni. Vive solo attraverso gli altri. È continuamente seduto davanti a uno schermo sul quale vede la vita scorrere davanti a lui; è passivo e rassegnato.
Ignora chi è
Si conosce poco, i suoi interessi ricalcano quelli di chi gli sta vicino. Gli piace dire a chi assomiglia. Fa le cose tanto per fare. Non è consapevole del suo valore.
È appassionato
Facilmente preda di grandi slanci di passione, il dipendente affettivo ha l'impressione di esistere quando fluttua sopra le nuvole. Vive alla velocità della luce. Lo conosce bene, il colpo di fulmine. Si crea un'immagine idealizzata della sua conquista, elevandola al cielo per meglio venerarla. Vede solo un lato della medaglia, quello più lucido, quello più scintillante. Ha la memoria corta. Molte volte la bolla di passione gli è scoppiata davanti agli occhi. “Questa volta è quella buona!”, crede.
Aspetta
Sta sempre sperando, aspettando. È in un'interminabile fila d'attesa.
È sottomesso
È un essere sottomesso all'estremo. Quando si tratta di disprezzo o di violenza, la sua soglia di tolleranza è molto elevata. È incapace di porre dei limiti, perché ha paura: paura di perdere l'essere amato, di essere gettato tra i rifiuti.
Non si ama
Ha una visione negativa di se stesso. Non si interessa a ciò che è. Quello che succede dentro di lui e quello che vive lo lasciano del tutto indifferente. A forza di allontanarsi da se stesso, diventa superficiale suo malgrado: un contenitore senza contenuto, una maschera.
La dipendenza affettiva si nutre della paura dell'abbandono. Si alimenta del senso di colpa e della vergogna di sé. Trae sostentamento dalle debolezze di una personalità pesantemente provata dal rifiuto, dall'indifferenza o dalla violenza. Può anche mostrarsi di grande aiuto nei momenti difficili; del resto, è in quei periodi che ci attende al varco e ci pedina, fino a incrostarsi in tutti i pori della nostra pelle. Colma bisogni che la persona crede di non poter colmare. La dipendenza affettiva si crogiola nel nostro esagerato bisogno di approvazione, si diletta della nostra incapacità di compiere scelte e di prenderedecisioni sensate. Dà l'impressione di compensare le nostre mancanze attraverso soluzioni che non ci sono proprie, ma in realtà ci allontana da noi stessi, dai nostri bisogni e dalle nostre soluzioni. Ben presto diventa una droga. Vivere per procura diventa una dipendenza. La dipendenza affettiva trae forza anche dal tempo, che gioca contro di noi. Il tempo rafforza la dipendenza, impoverisce l'autostima e la fiducia in sé, indebolisce la volontà, instaura una routine e consolida l'alienazione.
Deetjens, Marie-Chantal. Dire basta alla dipendenza affettiva: Imparare a credere in se stessi. (Salute, benessere e psiche) (Italian Edition) . Edizioni il Punto d'Incontro.