Dott.ssa Melania Manzo Psicologo Roma
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Depressione

Contatti

Momenti di tristezza o di malinconia fanno parte di sensazioni normali che ognuno di noi può sperimentare nella propria vita. 
Nel momento in cui ci si trova in uno stato persistente di abbassamento del tono dell'umore al quale non si riesce a reagire, indipendentemente dalla volontà, si parla di depressione.
La depressione è un disturbo dell'umore che si presenta con diversi gradi di gravità, porta con sé la tendenza all'isolamento, alla tristezza, alla difficoltà a curare il proprio aspetto e a dormire in modo regolare.

Si può avere la sensazione che la vita non sia più importante e che nulla possa farci sentire bene. Si rifiuta il contatto con gli altri perché non ci si sente capiti e né accolti. La depressione necessita necessita di un trattamento psicologico e a volte anche farmacologico.

 

Sintomi depressivi

 

Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

 

Chi colpisce la depressione ?

 

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

 

Quali sono le cause?

 

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).
Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

 

Come cambia la vita di chi soffre di depressione?

 

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

 

Altri disturbi associati alla depressione.

 

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

 

Quando si parla invece di depressione clinica ci si riferisce ad un disturbo che oltre ai sintomi già elencati ne presenta molti altri prolungati, inoltre, nel tempo. La depressione necessita necessita di un trattamento psicologico e a volte anche farmacologico.

Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

Studi recenti hanno mostrato come la maggior efficacia nella guarigione sia nelle cure psicoterapeutiche. Nei casi più gravi risulta, invece, necessario un intervento multidisciplinare sia medico-farmacologico sia psicologico-psicoterapeutico.

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Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

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Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

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Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

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Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

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  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
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  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

Studi recenti hanno mostrato come la maggior efficacia nella guarigione sia nelle cure psicoterapeutiche. Nei casi più gravi risulta, invece, necessario un intervento multidisciplinare sia medico-farmacologico sia psicologico-psicoterapeutico.

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Quando si parla invece di depressione clinica ci si riferisce ad un disturbo che oltre ai sintomi già elencati ne presenta molti altri prolungati, inoltre, nel tempo. La depressione necessita necessita di un trattamento psicologico e a volte anche farmacologico.

Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

Studi recenti hanno mostrato come la maggior efficacia nella guarigione sia nelle cure psicoterapeutiche. Nei casi più gravi risulta, invece, necessario un intervento multidisciplinare sia medico-farmacologico sia psicologico-psicoterapeutico.

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Quando si parla invece di depressione clinica ci si riferisce ad un disturbo che oltre ai sintomi già elencati ne presenta molti altri prolungati, inoltre, nel tempo. La depressione necessita necessita di un trattamento psicologico e a volte anche farmacologico.

Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

Studi recenti hanno mostrato come la maggior efficacia nella guarigione sia nelle cure psicoterapeutiche. Nei casi più gravi risulta, invece, necessario un intervento multidisciplinare sia medico-farmacologico sia psicologico-psicoterapeutico.

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Quando si parla invece di depressione clinica ci si riferisce ad un disturbo che oltre ai sintomi già elencati ne presenta molti altri prolungati, inoltre, nel tempo. La depressione necessita necessita di un trattamento psicologico e a volte anche farmacologico.

Chi soffre di depressione presenta umore depresso per tutta la giornata e per più giorni di seguito; mostra un calo di interesse diffuso verso quelle attività che prima facevano stare bene. Manifesta irritabilità, stanchezza, pensieri negativi e non trova più senso nella vita considerandola semplicemente e soltanto dolorosa.

Nel dettaglio, la depressione clinica presenta questi sintomi:

  • umore depresso.
  • perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività.
  • mancanza di energie, affaticamento, stanchezza.
  • aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo.
  • disturbi del sonno (si dorme di più o di meno o ci si sveglia spesso durante la notte).
  • rallentamento o agitazione motoria.
  • difficoltà di concentrazione.
  • sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole.
  • pensieri di morte o di suicidio.

I sintomi possono presentarsi all'improvviso, in forma acuta, in individui che di solito hanno un carattere allegro ed ottimista; oppure possono presentarsi in forma leggera ma essere costanti nel tempo, con picchi di peggioramento.

Normalmente una persona depressa non manifesterà contemporaneamente tutti i sintomi elencati sopra: per diagnosticare un disturbo depressivo devono essere presenti i primi due sintomi elencati e almeno altri tre di quelli riportati nell'elenco.

Capita spesso che parenti e amici della persona depressa, con le migliori intenzioni, cerchino di spronarla invitandola a reagire: questo aumenterà ancora di più il senso di colpa del depresso e la propria autosvalutazione.

Il disturbo depressivo colpisce a qualunque età anche se statisticamente risulta essere maggiormente frequente tra i 25 e i 44 anni d'età; il sesso femminile ne risulta il più colpito (con frequenza quasi del doppio che nei maschi).

Diverse da persona a persona e molteplici sono le cause della depressione: ereditarietà, ambiente sociale, lutti in famiglia, problemi lavorativi, difficoltà relazionali.

Dalle numerose ricerche effettuate negli anni sono emersi però due fattori principali: un fattore biologico ovvero una maggiore predisposizione genetica a questa patologia; un fattore psicologico ovvero le esperienze di vita, soprattutto quelle in età infantile, che possono favorire una maggiore vulnerabilità alla malattia.

La depressione, allora, si manifesta in quei soggetti dove è presente una vulnerabulità biologica (innata) ed una vulneranilità psicologica (acquisita).

Un individuo vulnerabile potrebbe non soffrire mai di depressione se possiede buone relazioni sociali di supporto e se non accade alcun evento scatenante il disturbo. Il fattore scatenante può essere qualche evento stressante o una tensione grave e importante. Nella realtà dei fatti, però, è spesso difficile comprendere cosa possa aver scatenato la depressione.

La depressione è un disturbo molto invalidante: essa porta a gravi compromissioni nella vita degli individui che ne soffrono. Non si riesce più a lavorare, a studiare, a mantenere relazioni sociali o a iniziarne di nuove; si perde qualsiasi interesse per attività ed impegni quotidiani.

Muoiono per suicidio 15 persone su 100 tra quelle che soffrono di un disturbo depressivo grave.

La depressione è spesso associata ad altri disturbi psicologici: disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da uso di sostanze e alcol, anoressia nervosa e bulimia, disturbi di personalità: si parla in questi casi di co-morbilità. 

Il 25% delle persone che soffrono di un disturbo organico (diabete, cardiopatia, HIV, l’invalidità corporea, malattie terminali) arriva ad ammalarsi anche di depressione. Questa può, quindi, portare ad un aggravamento ulteriore della patologia organica dato che le persone depresse faticano a collaborare alla cura, manifestano difficoltà di concentramento, affaticamento, scarsa fiducia in un miglioramento, passività, impotenza. Infine, la depressione deprime ulteriormente le difese immunitarie compromettendo ulteriormente la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

In questi casi, quindi, è necessario curare la patologia organica ed anche quella depressiva.

La cura della depressione può essere sia farmacologica sia psicoterapeutica.

Studi recenti hanno mostrato come la maggior efficacia nella guarigione sia nelle cure psicoterapeutiche. Nei casi più gravi risulta, invece, necessario un intervento multidisciplinare sia medico-farmacologico sia psicologico-psicoterapeutico.

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In caso di necessità è possibile contattare la Dott.ssa Melania Manzo per richiedere un colloquio di consulenza psicologica .

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Dott.ssa Melania Manzo psicologa in roma

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