Dott.ssa Melania Manzo Psicologo Roma
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Che differenza c'è tra timidezza e fobia sociale?

Cos'è la timidezza?

 

Il termine timido si riferisce, nel linguaggio comune, ad un individuo riservato, introverso, che non si impegna in interazioni sociali con disinvoltura. Le persone timide temono il giudizio negativo degli altri e ciò inibisce inizialmente le interazioni sociali.

I timidi  generalmente hanno un buon livello di adattamento sociale personale, familiare e professionale. Se esiste l'evitamento di situazioni sociali è comunque limitato. Benché in alcune situazioni  anche il soggetto timido potrebbe sperimentare sintomi somatici dell'ansia (rossore, sudorazione,palpitazioni e tremore), la timidezza non produce stati ansiosi intollerabili, evitamenti sistematici, orrore per la propria vulnerabilità e fragilità. Tutti elementi, al contrario, presenti nella fobia sociale.
La timidezza quindi  può essere definita come un tratto di personalità che può far sperimentare un lieve o moderato imbarazzo nel momento in cui ci si espone, ma che sostanzialmente non rappresenta un ostacolo nello svolgimento della vita della persona.

 

Cos'è la fobia sociale?

 

La fobia sociale al contrario della timidezza, è connotata da una forte e incontrollabile ansia, che finisce col prendere il sopravvento, rendendo complicata e a volte impossibile la vita sociale, affettiva, relazionale e lavorativa di una persona

Difatti, qualsiasi situazione includa la probabilità di essere osservati o essere sottoposti al giudizio degli altri può essere molto temuta dal soggetto socialmente fobico e l’esposizione a tali situazioni genera un livello d’ansia che può assumere anche le caratteristiche di un attacco di panico.

 

Le situazioni o le azioni più temute in genere sono:

  • Parlare in pubblico
  • Colloqui di lavoro
  • Fare o accettare complimenti
  • Scrivere o firmare in pubblico
  • Incontrarsi con persone sconosciute, del sesso opposto o da cui sono attratte
  • Guardare negli occhi la gente
  • Suonare uno strumento musicale o cantare
  • Iniziare una conversazione
  • Essere presentati ad altre persone
  • Realizzare e ricevere chiamate telefoniche o aprire la porta al suono del campanello
  • Esprimere le proprie opinioni
  • Mangiare o bere in presenza di altre persone
  • Andare alle feste
  • Parlare in un gruppo piccolo
  • Essere in spazi chiusi dove c'è gente
  • Parlare con persone di autorità

 

I pensieri che accompagnano l'ansia riguardano in genere il terrore di apparire:

  • ridicoli,
  • inadeguati,
  • incapaci,
  • fragili,
  • deboli,
  • infantili,
  • insignificanti.

Un altro pensiero tipico riguarda il timore che gli altri possano accorgersi che si è particolarmente ansiosi, che

  • si trema,
  • si arrossisce,
  • si suda,
  • si è goffi e impacciati nei movimenti.

L'autopercezione delle proprie reazioni, soprattutto di quelle appena descritte, nelle persone con fobia sociale spesso è alterata: si osserva la tendenza a considerarle più forti e visibili di quanto in realtà non siano. Non è raro, ad esempio, che chi ha paura di parlare in pubblico, quando lo fa si percepisca in modo netto come molto rosso in viso, mentre dall'esterno tale reazioni appare poco visibile o addirittura assente.

D'altro canto, proprio per il grande timore di poter sbagliare e ricevere critiche negative, a volte i sintomi fisiologici sono i più visibili:

  • l'arrossamento,
  • il tremore e la sudorazione delle mani,
  • il tremore della voce,
  • la sudorazione della fronte e del collo

sono fra i sintomi riportati con maggiore frequenza e concorrono a far sì che rimanere nelle situazioni sociali sia molto difficile. Ciò accade perché tali sintomi, visibili dall'esterno, mettono i fobici sociali nella condizione di vedere avverato il loro peggior incubo: che gli altri possano notare la loro ansia, accorgendosi quindi del loro stato di debolezza.

 Inoltre, lo stato di enorme sofferenza provato in tali situazioni, può facilmente condurre all’assunzione di condotte di evitamento. Quando queste situazioni non sono evitabili, in genere emerge un intenso stato di ansia. L’evitamento non va affatto sottovalutato dato che contribuisce a mantenere il problema, limitando a lungo termine la qualità di vita della persona e,  talvolta, anche il suo funzionamento lavorativo.

La paura del giudizio  altrui e gli stati d'ansia ad essa connessi, porteranno così ad interagire il meno possibile creando una "corazza", che se da un lato proteggerà dallo stato di agitazione e dal senso di inadeguatezza, dall'altro non permetterà di affrontare le proprie paure, ingigantendole e rendendo sempre più soli e isolati.

 L'individuo fobico sociale, potrebbe, ad esempio,  abbandonare gli studi per timore delle interazioni con i compagni e gli insegnanti, rifiutare una promozione che comporti esposizione a situazioni ansiogene come parlare in pubblico, rifiutarsi di interagire con persone del sesso opposto.

 

Il legame esistente tra fobia sociale e timidezza è una questione controversa. Alcuni professionisti che si occupano di fobia sociale ritengono che tra le due esista un continuum che va dalla timidezza normale e attraverso la fobia sociale non generalizzata (specifica per alcune situazioni) arriva alla fobia sociale generalizzata a quasi tutte le situazioni sociali .

La timidezza sembra essere un fattore di vulnerabilità per lo sviluppo della fobia sociale

 

Per concludere come possiamo comprendere se soffriamo di fobia sociale o siamo semplicemente timidi?

 

Se per la maggior parte del tempo e soprattutto in presenza di persone estranee:

 

  • siamo in apprensione pensando a cosa dire,
  • ripensiamo rimuginando a ciò che abbiamo detto,
  • ci sentiamo stupidi, inadeguati, non all'altezza della situazione,
  • non riusciamo ad esprimere la nostra opinione,
  • ci sentiamo osservati e giudicati in quasi tutte le situazioni sociali, pur sapendo che ciò è irrazionale,
  • la nostra vita è limitata da tutte le situazioni che siamo costretti ad evitare e quindi siamo molto demoralizzati,
  • e soprattutto in quasi tutte le situazioni sociali sperimentiamo i sintomi somatici dell'ansia (rossore, sudorazione,palpitazioni e tremore),

 

sarebbe opportuno considerare l'ipotesi di rivolgersi ad un professionista perchè potrebbe non trattarsi di semplice timidezza.

 

 

 

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